16/03/2009 -
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Cronologia
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EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML L'UÇK si dichiara ufficialmente come esercito degli albanesi del Kosovo.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Dopo due giorni di scontri fra UÇK e polizia serba nella zona di Drenica, il bilancio è di 20 vittime, 4 delle quali sono poliziotti serbi. A Pristina si susseguono nel mese di marzo le manifestazioni albanesi contro il regime di Belgrado e per l'indipendenza del Kosovo.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Rugova viene rieletto presidente a grande maggioranza degli albanesi del Kosovo in elezioni parallele non riconosciute da Belgrado.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML L'UÇK proclama lo stato generale di guerra.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML L'UÇK dichiara di controllare il 30% del territorio kosovaro.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Per l'ACNUR sono già 180mila gli sfollati e i rifugiati a causa degli scontri.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Il mediatore americano Richard Holbrooke dichiara a Belgrado di aver raggiunto un accordo con Milošević, che eviterà l'intervento minacciato dalla NATO. L'accordo riconosce una sostanziale autonomia al Kosovo, garantita dal dispiegamento nella regione di un contingente di osservatori dell'OSCE.
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EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML 45 civili albanesi vengono trovati uccisi a Račak, probabilmente a seguito di un violento attacco delle forze di sicurezza serbe. La vicenda non è ancora stata chiarita. Per l'UÇK si tratta di un'esecuzione a freddo e non il risultato di uno scontro a fuoco. L'eccidio di Račak rende nulli di fatto gli accordi Holbrooke-Milošević. Si apre così una nuova fase diplomatica.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Iniziano i colloqui di Rambouillet sulla base di un testo di accordo che prevede il dispiegamento di una forza militare internazionale imperniata sulla NATO su tutto il territorio del Kosovo e con il diritto di passaggio in tutta la Repubblica federale di Jugoslavia. La mediazione diplomatica fallisce.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Le prime bombe NATO colpiscono obiettivi in tutta la Repubblica federale di Jugoslavia.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML La NATO attua in Albania l'operazione Allied Harbour per rispondere all'emergenza profughi, in fuga a seguito dei bombardamenti. Le cifre parlano di 900mila profughi e 503mila sfollati durante i due mesi e mezzo di conflitto.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Viene bombardata la sede della TV di stato a Belgrado: decine di feriti, uccisi 16 tecnici e giornalisti. Si moltiplicheranno i cosiddetti "effetti collaterali" dei bombardamenti.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Tre missili della NATO colpiscono la sede dell'Ambasciata cinese a Belgrado. Il bilancio delle vittime del personale dell'ambasciata è di vari feriti e tre morti. La NATO si scusa e la Cina protesta duramente.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Milošević viene incriminato dal Tribunale Internazionale dell'Aja per crimini di guerra e contro l'umanità.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Il governo jugoslavo dichiara di accettare il piano dei G-8 per il cessate il fuoco.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Iniziano a Kumanovo, in Macedonia, i colloqui tra i rappresentanti della NATO e quelli dell'esercito federale per il ritiro delle forze jugoslave dal Kosovo.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Vengono sospesi i bombardamenti e due giorni dopo i primi contingenti NATO entrano nella regione. Scatta da metà giugno una nuova pulizia etnica: migliaia di serbi e rom vengono cacciati dalle loro case.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Bernard Kouchner è nominato amministratore ONU del Kosovo.
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EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Slobodan Milošević viene destituito a seguito di una rivoluzione pacifica.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Ibrahim Rugova, a seguito delle prime elezioni politiche nel Kosovo sotto amministrazione ONU, viene eletto Presidente. Il ruolo di primo ministro va a Bajram Rexhepi.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Primi colloqui diretti tra leader serbi e leader albanesi-kosovari dal 1999.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML L'ONU definisce le condizioni per l'avvio dei negoziati sullo status nel 2005.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML 19 persone vengono uccise nei peggiori scontri tra serbo-kosovari e albanesi-kosovari dal 1999. Le violenze prendono avvio dalla città divisa di Mitrovica.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Il partito LDK, del Presidente Rugova, vince le elezioni politiche guadagnando 47 seggi sui 120 disponibili nell'Assemblea del Kosovo. Le elezioni vengono boicottate dalla minoranza serba.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML L'Assemblea del Kosovo conferma Ibrahim Rugova alla presidenza del Kosovo ed elegge l'ex comandante dell'UÇK Ramush Haradinaj come primo ministro. Il partito di Haradinaj forma una compagine governativa assieme all'LDK di Rugova.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Haradinaj viene incriminato per crimini di guerra dal Tribunale dell'Aja e si dimette dalla carica di primo ministro. Gli succede Bajram Kosumi.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Esplosioni quasi simultanee davanti alle sedi dell'ONU, dell'OSCE e dell'Assemblea del Kosovo. Nessun ferito.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Muore il presidente Rugova a seguito di un tumore. A febbraio gli succede Fatmir Sejdiu.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Iniziano i negoziati coordinati dall'ONU sullo status del Kosovo.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Muore all'Aja a seguito di infarto Slobodan Milošević. Il Tribunale interrompe il processo a suo carico che molto avrebbe potuto chiarire dei terribili anni '90 jugoslavi.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Il primo ministro Kosumi si dimette a seguito di critiche a lui rivolte dal proprio partito sui risultati raggiunti. Gli succede l'ex comandante dell'UÇK Agim Ceku.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Prendono avvio i negoziati sullo status del Kosovo a Vienna.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML In Serbia approvata una nuova costituzione all'interno della quale si afferma che il Kosovo è parte integrante del paese. Intanto continuano i negoziati a Vienna.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML L'inviato delle Nazioni Unite Martti Ahtisaari propone un piano che prevede l'indipendenza del Kosovo, accettato dagli albanesi-kosovari, rigettato da parte serba. Si oppone anche la Russia che minaccia il veto al piano in seno al Consiglio di Sicurezza Onu, se quest'ultimo provasse ad approvarlo.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Hashim Thaçi, e il suo PDK, vincono le elezioni politiche. E' lui il nuovo primo ministro.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML L'Assemblea del Kosovo dichiara l'indipendenza (17 febbraio). La Serbia ne dichiara l'illegalità. I principali paesi europei e gli Stati Uniti riconoscono l'indipendenza del Kosovo. Non lo fanno invece Russia e Cina. Le aree del Kosovo dove abitano in maggioranza serbo-kosovari si auto-amministrano.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Il Parlamento del Kosovo adotta una nuova costituzione.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML L'ex premier Ramush Haradinaj viene assolto dal Tribunale internazionale dell'Aja e rientra in Kosovo.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML La nuova costituzione trasferisce la maggior parte dei poteri al governo kosovaro, dopo nove anni di amministrazione ONU. I serbi costituiscono una propria amministrazione a Mitrovica Nord.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML L'Assemblea generale dell'Onu vota a favore del deferimento della questione della dichiarazione di indipendenza del Kosovo alla Corte internazionale di giustizia.
EDITARE A MANO IL CONTENUTO HTML Prende avvio la missione Ue in Kosovo denominata EULEX che prende in carica, dalla precedente missione ONU polizia, giustizia e dogane. La Serbia accetta la missione Ue.